domenica 24 giugno 2012

Passo #5: collaborare coi professionisti giusti

Nel mondo dell'autoproduzione letteraria (o self publishing, secondo l'imperfetto corrispettivo inglese) non sempre chi fa da sé fa per tre. La necessità di rimpiazzare in tutto e per tutto i servizi garantiti da una casa editrice, infatti, porta l'autore a fronteggiare situazioni che vanno spesso al di là delle sue capacità. Se infatti uno scrittore può cavarsela bene con lettere di presentazione, curricula vitae vari e revisioni del manoscritto, è più raro che riesca a sopperire da solo ad altre necessità. Vediamone alcune e in che modo è possibile trovare in Rete dei professionisti in grado di dare una mano senza richiedere cifre astronomiche. Allego poche righe sulla mia esperienza personale che, forse, può fornire ulteriori spunti.

Correzione bozze ed editing: per correzione bozze si intende una prima revisione del testo con interventi a livello di forma (errori ortografici, refusi, punteggiatura scorretta,...). Le operazioni di editing possono invece riguardare il testo nella sua interezza con modifiche legate alla trama, alla caratterizzazione dei personaggi e alla narrazione degli eventi. L'editor (o curatore editoriale, in italiano) suggerisce allo scrittore come esaltare le qualità del testo levando il superfluo o riscrivendo intere scene - un esempio molto popolare riguarda un racconto di Raymond Carver intitolato inizialmente Beginners sul quale ha lavorato l'editor Gordon Lish. Professionisti del genere sono spesso affiliati ad agenzie letterarie che, oltre a questi servizi, propongono schede di valutazione, si mettono a disposizione per rappresentare l'opera di fronte agli editori dietro pagamento di una percentuale e offrono pure consulenza legata al ghost writing. Basta cercare su un qualunque motore di ricerca "agenzia letteraria" per trovarne a iosa. Consiglio di informarsi bene su prestazioni e costi dei singoli servizi nonché sulla fama dell'agenzia letteraria scelta per evitare di rimanere delusi una volta pagato il lavoro; il forum di Writer's Dream (di cui ho già parlato qui), ad esempio, ha una sottosezione dedicata al tema.
Il mio caso: dovendo ricorrere a un editor per valutare un mio manoscritto di circa 220 cartelle (440 mila battute) e ottenere preziosi consigli, ho scelto l'assistenza offertami dall'Agenzia Duca che, tra le altre cose, offre chiare spiegazioni sui principi e i servizi offerti. Il motivo? Mi ritrovo molto nelle sue spiegazioni su ciò che rende buono un testo e sul fondamento dello "show, don't tell" ("mostra, non raccontare") che Il Duca difende a spada tratta. Inoltre questo esempio di editing mi ha dimostrato la qualità e la fondatezza di molti dei suoi interventi - da leggere anche il commento dell'autore editato.
Prezzo: 150 euro (180 franchi circa) per valutazione e quasi venti pagine di editing con consigli e suggerimenti di vario carattere. Trovo che affidarsi a un editor dia non solo risposte oggettive su come si scrive, ma rappresenti un azzecatissimo investimento sul medio-lungo termine per migliorare il proprio stile.

Informatica: l'apporto dato da un buon informatico non riguarda solamente la costruzione e la pubblicazione di un sito Internet dedicato al libro o all'autore, ma anche l'impaginazione del testo in vista della pubblicazione cartacea e digitale. Con applicazione e le giuste istruzioni chiunque abbia un po' di dimestichezza col computer è in grado di cavarsela da sé, ma se non si ha tempo e voglia è sempre possibile affidare il lavoro a qualcun'altro. Il mio consiglio è quello di contattare qualcuno di giovane e talentuoso - meglio se reperibile nella cerchia dei propri amici e conoscenti - ma la gamma di scelte in Rete o in una qualunque città è tale che lascio la scelta al singolo autore.
Il mio caso: sono un puro autodidatta. Per il mio sito Internet mi sono affidato a un provider statunitense e ho imparato a utilizzare Joomla, un software di content management. Per il blog ho scelto blogspot, ma ho imparato anche ad utilizzare Google Sites; per impaginare il manoscritto di cui ho parlato sopra mi sono basato su diversi manuali tra cui quello di Smashwords di cui ho già parlato poco tempo fa.
Prezzo: 100 dollari all'anno (circa 90 franchi) per lo spazio web e il dominio del mio sito Internet. Il resto è gratuito.

Grafica: l'art director di un libro si occupa di tutto ciò che riguarda l'aspetto grafico del testo. Insieme all'autore sceglie - tra le altre cose - la dimensione e lo stile dei caratteri tipografici, l'impostazione grafica del titolo e, soprattutto, l'aspetto della copertina. Si tratta di un punto fondamentale in libreria, sia essa reale o virtuale: la maggior parte dei lettori che prenderà in mano il vostro libro o aprirà la pagina Internet dedicata lo avranno fatto poiché attirati dalla sua grafica. Il mio consiglio è quindi quello di non lesinare su questo aspetto affidandosi al fai da te, a meno che non siate veramente capaci a utilizzare Photoshop. Se non avete amici in grado di aiutarvi, potete cercare un cover artist su Internet (anche Joe Konrath parla del suo sul suo blog) o affidarvi a un sito molto interessante che raduna opere di artisti provenienti da tutto il mondo: DeviantArt. Se trovate un'immagine che vi piace basta pagare la somma richiesta - di solito una manciata di dollari - e adoperarla per i vostri scopi personali. Non pensate a questo portale come un semplice piano B: c'è un libro italiano che pochi anni fa ha venduto oltre un milione di copie in tutto il mondo e aveva in copertina una foto tratta proprio da DeviantArt. Volete sapere il titolo? Guardate qui.
Il mio caso: l'unico programma di grafica con cui me la cavo è Paint, il che è tutto dire. Mi sono quindi affidato a uno dei miei migliori amici nonché grafico dandogli qualche indicazione iniziale per poi lasciarlo lavorare liberamente. Il risultato mi ha soddisfatto molto.
Prezzo: 200 euro (circa 240 franchi), ma come detto: la grafica è importante e ne valeva la pena.

Vi sono molte altre figure professionali legate all'editoria (si veda la sempre ottima Wikipedia), ma quelle illustrate qua sopra sono a mio parere le più importanti per una Penna Indipendente. E ora, be', direi che è tempo di mettersi al lavoro.

lunedì 11 giugno 2012

Autoproduzione: chi la promuove e chi la molla

Nuovo post e nuova quadrupletta di blog interessanti che informano sul mondo dell'autoproduzione letteraria, dell'editoria e della scrittura in generale. Che siate Penne Indipendenti o meno non importa: i consigli presenti su questi quattro siti sono buoni per tutti.

  • Self Publishing Lab: ammettiamolo, il sito non è aggiornato in maniera regolarissima ma ha il pregio di riunire sotto un unico tetto (virtuale) numerose iniziative dedicate all'autoproduzione letteraria. Dai post e le guide dedicate agli autori indipendenti ai workshop e alle conferenze organizzate in tutta Italia, il portale è un faro nell'editoria italiana e per questo va seguito con molta attenzione, un po' come hanno fatto alcuni editori già proiettati verso il futuro (da notare l'interessante post di uno di loro in cui spiega perché invita i suoi autori a informarsi sull'autoproduzione letteraria);
  • Baionette Librarie: il blog è gestito da Il Duca che, al di là del nom de plume nobiliare, è fortemente orientato all'attualità e al futuro dell'editoria. I suoi post sono spesso lunghi e tecnici, ma questo non è un punto debole, anzi: Il Duca sostiene tutto ciò che dice con dati, fatti e dimostrazioni, risultando puntuale e accurato nella maggior parte delle sue affermazioni;
  • il sito di Antonio Agrestini: sono finito a questo indirizzo Internet grazie a un post intitolato "Editoria a pentimento" in cui l'autore - 39.enne di Roma - racconta del perché ha preferito lasciar perdere l'autoproduzione letteraria. La motivazione principale riguarda i tempi non ancora maturi per la diffusione dell'ebook su larga scala che portano gli autori indipendenti a essere visti come "scribacchini vanitosi e presuntuosi", dato che ai loro testi mancherà sempre qualcosa che solo i professionisti del settore (editori, critici,...) possono dare. Infine, la necessità di investire molto tempo nel marketing per far sì che la propria opera vada oltre la cerchia di amici e conoscenti. Trovo il post di Agrestini molto interessante poiché analizza in maniera critica e concisa le difficoltà dell'autoproduzione letteraria, toccando argomenti che condivido in toto - specie quando parla della mole di lavoro richiesta all'autore. Nei suoi panni, tuttavia, non mi sarei tirato indietro: i tempi non sono ancora maturi, certo, ma è forse questo l'unico momento in cui i piccoli editori e le Penne Indipendenti possono approfittarne per farsi conoscere e approfittare di nicchie di mercato composte da possessori di e-book reader che non vogliono acquistare libri digitali a otto euro o più. Infine mi dispiace, perché avrei scaricato con piacere l'ebook di Agrestini divenendo un suo nuovo lettore ma, sfortunatamente, è stato levato dalla Rete;
  • il Mestiere di Scrivere di Luisa Carrada: come chicca finale un blog molto famoso gestito da una persona che, di scrittura, ne sa parecchio. La Carrada - scrittrice professionista da oltre dieci anni - offre consigli di tutti i tipi e fornisce spunti di riflessione a 360 gradi su come la parola scritta possa comunicare al meglio una porzione di significato. Qua si parla quindi di infografiche, di lessico, di mostre d'arte, di burocratese, di grandi scrittori, del linguaggio dei media, di mappe mentali, di web marketing, di siti internet, e così via. Rivolto a tutti coloro che amano scrivere di tutto.