venerdì 22 febbraio 2013

Penne indipendenti si uniscono: ecco Selected Self Publishing


La diffusione degli ebook e lo sviluppo del fenomeno dell'autoproduzione editoriale in Italia hanno generato realtà mai viste prima d'ora. Il caso più tipico è quello di case editrici che distribuiscono solo testi digitali: di recente, per esempio, ho approfittato di un'offerta e letto un ebook distribuito da WePub - Editori nativi digitali. Il titolo è Lavori impossibili, l'autore è Riccardo Savoldo e a questo link trovate una mia piccola recensione, se valutate di acquistarlo. Ma non sono questi gli unici casi. Il proliferare di autori che hanno deciso di agire in maniera indipendente non poteva che portare alla formazione di gruppi e forum con l'obiettivo di dare consigli, suggerimenti e sostegno. Da qui a trovare una soluzione per sopperire alla mancanza di un editore, il passo è stato breve.

Oggi parliamo dell'associazione culturale (senza scopo di lucro) Selected Self Publishing, formatasi poco tempo fa in Rete. Dal momento che i testi autoprodotti di qualità fanno troppo spesso fatica a emergere nel Mare Magnum di Internet e le Penne Indipendenti - per definizione - non possono vantare alcun fregio editoriale, i fondatori del sito hanno creato un marchio di qualità attribuito da alcuni autori ad altri autori. Una sorta di medaglia detta "Book Approved" - si va dal bronzo al platino - affibbiata solo alle opere più meritevoli, basta che siano autoprodotte (o "self", secondo la loro definizione). L'obiettivo è duplice: da una parte si vuole promuovere l'opera e l'iniziativa coinvolgendo più persone possibili; dall'altra, si intende creare un punto di riferimento che possa elevare la dignità dell'autoproduzione letteraria. Il neonato portale, inoltre, offre servizi da agenzia letteraria con interventi di editing, elaborazione grafica di copertine, formattazione di testo... 

A mio parere l'idea di creare un marchio di qualità proveniente dal basso è senz'altro buona e può fare molto bene al settore. Ne parlavo proprio qualche giorno fa con Rosario Maria Oliveri, un amico di questo blog, che proponeva di lanciare una cooperativa in grado di avvantaggiare tutti i partecipanti e non promuovere un singolo testo, ma una collezione (meglio: una collana) di perle autoprodotte selezionate in base al tema o alla qualità. Permettere all'autore indipendente alle prime armi di superare l'isolamento iniziale con l'aiuto di colleghi più navigati e "forti" (socialmente parlando): è questo l'obiettivo ultimo di un circolo (virtuoso) di persone che possa portare alle opere più visibilità e più lettori.

Le intenzioni di Selected Self Publishing, insomma, sono sicuramente ottime. Complimenti. L'unica cosa che mi lascia perplesso è il prezzo che, allo stato attuale delle cose, tale certificazione implica. Non sto parlando dei servizi da agenzia letteraria (legittimissimi, anche se mi sarebbe piaciuto vedere sul sito i profili letterari e l'esperienza dei loro editor), ma della sottoscrizione del costo di 30 euro annui imposta a chi si propone per un'eventuale medaglia. Una pratica che ricorda le "quote di lettura" richieste dalle agenzie letterarie, introdotte per non essere sommerse dai manoscritti e, spesso, per far cassa. E finché il pagamento è "una tantum" posso anche capire, ma in questo caso i 30 euro sono una vera e propria tassa annuale, con in più il rischio di perdere il marchio di qualità ottenuto. Se insomma quest'anno pago e ricevo una medaglia di platino, l'anno prossimo rischio di perderla se non consegno altri 30 euro.

Così facendo, il riconoscimento dal basso perde buona parte della sua nobiltà e la cosa potrebbe essere vista come un club elitario (associazione culturale) dove i fondatori selezionano gli invitati (i testi) in base al loro lignaggio (qualità) e danno loro un privilegio solo se continuano a pagare la quota annuale. L'associazione culturale Selected Self Publishing potrà obiettare che è una loro scelta, e ci mancherebbe, ma mi spiace vedere che un'iniziativa così significativa possa essere messa in discussione a causa di una sbavatura del genere. La lettura e la valutazione di un'opera da parte di un editor professionista hanno il loro prezzo, ma qui si sta confondendo questo tipo di servizio con un marchio di qualità che dovrebbe essere permanente e non effimero. Molti lit-blog offrono recensioni e commenti di libri senza volere nulla in cambio, alcuni al massimo richiedono una copia dell'opera. Perché non farlo anche qui, magari attribuendo medaglie anche a persone che non si sono fatte avanti per conferire loro un riconoscimento "ad honorem", con tanto di complimenti? Oppure ci sarebbe anche un'altra via, sempre in linea con gli statuti di un'associazione culturale: quella di dare agli associati privilegi immediati, così da giustificare i 30 euro fin dal primo momento e non far sì che vengano visti come un pagamento della medaglia ricevuta. Ricordo che la Selected Self Publishing prevede privilegi del genere, ma dato che l'associazione sta muovendo i suoi primi passi le iniziative ancora scarseggiano. Perché allora non abbassare la quota per un primo periodo così da creare un movimento il più allargato possibile e solo successivamente, quando gli associati potranno usufruire di un numero sufficiente di benefit, reintrodurre i 30 euro?

(Questo post è stato spedito a tutti i fondatori del gruppo XX che sono invitati a rispondere, qualora lo vogliano, nella pagina dei commenti. Li aspetto ;-))

P.S.: questo post è debitore a "Le disavventure di un'aspirante scrittrice", blog di un'autrice inaugurato quattro mesi fa che parla - tra le altre cose - anche di self publishing e Penne Indipendenti italofone. Grazie.

7 commenti:

  1. Gentile MattB, abbiamo letto con piacere il tuo articolo, è bello vedere che la nostra iniziativa è già apprezzata!
    Ci permettiamo di puntualizzare una cosa, quello che tu chiami tassa annuale è semplicemente una tessera associativa, cosa che ti garantisco fanno pagare tutte le associazioni regolarmente registrate (e molte volte il contributo richiesto è decisamente più alto!). Spesso questo contributo viene occultato, ad esempio, se ti iscrivi a un corso, a volte la tessera associativa è compresa. Noi non vogliamo vendere servizi, come associazione no-profit non è il nostro obiettivo, perciò il costo della tessera associativa è riportato chiaramente sul sito. Non si tratta di un club elitario, ma di una normalissima associazione culturale. I fondi racconti servono a gestire le spese che dobbiamo affrontare.
    Essendo nata da poco, abbiamo riservato agli autori un trattamento particolare. Non ci piace parlare pubblicamente di questioni meramente organizzative, in ogni caso puoi essere certo che i nostri autori sono molto soddisfatti del modo in cui li stiamo trattando! Chiedi pure a loro! :)
    Al momento siamo l'unica associazione in Italia che lavora in questo modo, garantendo costante presenza e promozione ai suoi autori, ogni giorno, ogni ora.
    Grazie ancora per la citazione e buon lavoro.

    SELECTED SelfPublishing


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  2. Grazie per il vostro commento. Ciò che scrivete è chiaro, ma la sostanza comunque non cambia. Volevo quindi porvi la seguente domanda: non credete che in queste prime fasi, la richiesta di un pagamento di 30 euro possa portare più svantaggi che vantaggi a livello promozionale? Sono sicuro che avrete discusso approfonditamente di questa tematica (non a caso dedicate una delle vostre FAQ proprio a questa questione), ma state prendendo in considerazione qualche cambiamento per quanto riguarda la vostra politica sulla tessera associativa, forse in linea con quanto scritto nel post?

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  3. In effetti sarebbe allettante pubblicizzare a caratteri cubitali qualcosa come: "Per i primi 20 autori selezionati l'associazione sarà GRATUITA!" Di certo, facendolo, avremmo un ottimo riscontro pubblicitario. Il problema è che noi non miriamo alla popolarità, ma alla qualità. Spesso gratis e qualità non vanno d'accordo.
    In realtà ne abbiamo discusso a lungo... fare una promozione o meno?
    Abbiamo deciso di farla, troviamo corretto che prima di "investire" su di noi, se così si può definire il concetto, gli autori vedano il nostro reale valore. La promozione è in corso, ma non è pubblicizzata. Preferiamo di gran lunga essere scelti per il servizio che offriamo piuttosto che per un "VENITE CON NOI, E' TUTTO GRATIS!"
    Spero lo comprenderai.

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  4. Non preoccuparti, capisco il tuo punto di vista, anche se prima o poi bisognerà trovare un equilibrio tra qualità e popolarità senza ignorare una o l'altra. Condivido comunque l'idea di non puntare al gratis, al fine di elevare la dignità del movimento.
    Una buona idea alternativa e legata alla qualità potrebbe essere quella di fare (almeno all'inizio) i "talent scout" e offrire la tessera agli autori self che ritenete più meritevoli. Una specie di titolo "ad honorem", come scrivevo nel post. La vostra promozione non pubblicizzata va in questo senso oppure si tratta di qualcosa di diverso?

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  5. Rischio di fare la parte del "troll", ma vorrei commentare (Mattia non me la prenderò se cancelli).
    Credo bisogna evitare di dare visibilità a tutte queste realtà intermedie che stanno proliferando da quando è nato il self publishing.
    Quest'associazione stringi stringi, chiede soldi. Cominciano a mettere le mani avanti con "la tessera costa" (sì ma non 30 euro lol!!! è un tipico modo delle associazioni italiane di lucrare sulle tessere),"Noi non vogliamo vendere servizi, come associazione senza scopo di lucro" (però intanto chiedete dei soldi...) nel sito non si parla di prezzi, ma credo che la dinamica sia autore(preselected, perchè è stato già disposto a sborsare per la tessera) manda il manoscritto, loro: "bello! però gli servirebbe un po di editing, se vuoi per xxx euro..."; poi ovviamente copertina,conversioni, promozione..... (e poi non si sa chi farà queste cose e che competenze ha)la solita solfa delle vecchie EAP. Quel che è peggio, è che qui si cerca di lucrare sul gratuito; si chiama SELF-publishing propio perchè dà all'autore la possibilità di pubblicare da solo senza costi, ma come al solito c'è chi sfrutta la pigrizia e la creduloneria di taluni che pagano per farsi autopubblicare (ASSURDO!!)
    Poi magari questi fanno davvero un lavoro di qualità e vogliono promuovere la cultura... ma in genere a pensare male ci si prende (soprattutto quando ci sono soldi di mezzo)

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  6. Non preoccuparti Jack, innanzitutto non ho ancora cancellato alcun commento e non comincerò ora ;-) In secondo luogo, è proprio per questo che ho preferito a concentrarmi sui possibili aspetti negativi relativi alla loro scelta piuttosto che incensarli. E condivido tutti i tuoi dubbi, specie sul possibile conflitto di interessi e le sconosciute competenze di chi opera i servizi editoriali citati. Credo comunque ci sia del buono, almeno nello spirito dell'iniziativa: tu dici bene nel tuo post, ma il SELF-publishing non esclude che l'autore si faccia aiutare da professionisti, lettori e/o altri autori (è proprio fondato su questo la mia distinzione autopubblicazione VS autoproduzione). L'importante è analizzare queste nuove forme di aggregazione con le orecchie ritte e i piedi di piombo, senza prendere per oro tutto ciò che luccica, no? ;-)

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  7. Certo, se uno vuole far fare ad altri il lavoro non prettamente creativo nulla di male, quello che trovo nocivo sono le realtà che vogliono approfittare della disinformazione senza nemmeno essere trasparenti.
    Ad esempio vedo molto più di buon occhio Narcissus, anche loro cercano di sfruttare la situazione, ma almeno lo fanno con professionalità: dicono chiaramente di vendere servizi, hanno figure competenti nel mondo dell'editoria, forniscono realmente una distribuzione migliore e soprattutto emettono fattura ai clienti e rispettano le imposizioni fiscali.
    Chi invece si nasconde dietro l'associazione culturale di certo mi ispira molta meno fiducia.

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