venerdì 4 ottobre 2013

I metodi di promozione di Elisa S. Amore, Penna indipendente passata all'editoria tradizionale

Si intitola La carezza del destino il romanzo di Elisa S. Amore pubblicato da Editrice Nord e disponibile da ieri in libreria; rappresenta il primo capitolo di una saga paranormal romance (sottogenere del fantasy contemporaneo) intitolata Touched e rivolta perlopiù a un pubblico adolescenziale. Come mai ne parlo? Be', perché l'autrice (classe 1984, siciliana) in passato aveva già autoprodotto e pubblicato il titolo su Youcanprint e sulle principali piattaforme digitali (Amazon, Apple...); il successo è stato pressoché immediato e la giovane Penna indipendente è riuscita negli ultimi mesi non solo a strappare un contratto a un'importante casa editrice italiana (fa parte del Gruppo editoriale Mauri Spagnol), ma anche a vendere i diritti a un editore spagnolo e farseli opzionare da una casa di produzione cinematografica (ne hanno parlato Affari Italiani e Booksblog).

Come già accaduto in passato con altri autori indie italofoni ed esteri, non è mia intenzione recensire il romanzo bensì analizzare brevemente alcuni metodi di promozione utilizzati dalla scrittrice sul suo sito ufficiale per coinvolgere gli utenti e vendere i propri titoli. Ovviamente la strategia di Elisa S. Amore non si può applicare a ogni genere letterario o a qualunque target, ma sono sicuro che potrà fornire più di uno spunto a chi scrive ed è interessato all'autoproduzione editoriale.

  • Il primo impatto tra immagini e musica
    Dopo aver cliccato sul sito dell'autrice e aver selezionato la lingua, il potenziale lettore è accolto dall'immagine di copertina del libro e una suadente melodia che parte in automatico. La prima impressione è sempre molto importante e non bisogna dimenticare che buona parte degli utenti rimarrà sulle nostre pagine per qualche secondo appena, prima di dedicarsi a qualcos'altro. In questo caso l'impatto emozionale sul target di riferimento (young adult, quindi giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni circa) è garantito. Anche i passaggi estratti dal libro sono presentati con la medesima immagine sullo sfondo, cosa che rende il contenuto più distintivo e (di conseguenza) più facilmente condivisibile sulle reti sociali;

  • I booktrailer
    Non rappresentano una novità assoluta in campo editoriale, ma in questo caso sono più di uno e arricchiti da una chicca: la saga di Touched è stata promossa nel novembre 2012 in numerosi cinema italiani grazie a un filmato proiettato prima di Twilight - Breaking Dawn parte 2. Al di là dei possibili costi, è interessante notare come sia stato scelto uno strumento promozionale molto preciso a livello di target, nella consapevolezza che fosse necessario cavalcare l'onda del successo della saga creata da Stephenie Meyer in modo da raggiungere buoni risultati di vendita;

  • Ebook gratuiti
    Dal sito dell'autrice è possibile scaricare due racconti/prequel in formato ebook senza pagare un centesimo. Il vantaggio è duplice: da una parte si dà al curioso prova del proprio stile per convincerlo ad acquistare l'opera principale, dall'altra si accontentano i fan con storie inedite legate al filone principale della saga;

  • I commenti
    La pagina dei commenti è impressionante in quanto a lunghezza. Anziché linkare i siti in cui gli utenti hanno lasciato la loro opinione, l'autrice li ha copiati e incollati rendendoli facilmente consultabili e a disposizione di tutti. Il risultato è un muro di parole che convince il visitatore della popolarità del testo, ancor prima che della qualità. E la voglia di scoprire per quale motivo il libro è piaciuto a così tanta gente aumenta considerevolmente;

  • Il Blog Tour
    Una volta venuta a conoscenza della data di uscita del libro (il 3 ottobre, come detto), l'autrice ha organizzato un blog tour condito da iniziative e premi. A partire dal 12 settembre e per una volta a settimana ha coordinato l'uscita di quattro interviste su altrettanti siti dedicati alla letteratura fantasy, facendo corrispondere a ogni pubblicazione una sorpresa - un nuovo test da compilare su Facebook (vedi sotto), il lancio del booktrailer ufficiale (vedi sopra) e un concorso con in palio quattro copie autografate (giveaway). Per vincerle bisogna seguire una serie di istruzioni che portano l'utente a commentare un post rivelando a tutti perché vorrebbe leggere La carezza del destino. In più, è possibile guadagnare punti extra e avere maggiori chances di successo coinvolgendo il maggior numero di amici sulle principali reti sociali e distribuendo like su Facebook. Risultato: oltre 3800 partecipanti al concorso a fronte dei circa duemila "amici" di Elisa S. Amore su Facebook. Insomma, un passaparola che ha funzionato bene;

  • I test
    Forse ai più sembreranno puerili stupidaggini, ma sono convinto che test sull'uomo ideale o su come ci si innamora contribuiscano a coinvolgere l'adolescente lettore e a immergerlo nella dimensione sentimentale del romanzo. In più, lo spingono a condividere risultato o quiz con gli amici tramite passaparola, con conseguente promozione del sito e del libro;

  • Non stiamo ovviamente parlando della console videoludica prodotta da Sega negli anni Novanta, ma dagli attori che l'autrice ha selezionato come fonte di ispirazione e/o ingaggerebbe per impersonare i personaggi del suo libro. Dalle descrizioni scritte alle immagini vere e proprie quindi, in nome dell'immediatezza - l'utente può dedurre in pochi sguardi i tratti principali dei protagonisti e, eventualmente, lasciarsi incuriosire. In più, sono convinto che i volti delle stelle del cinema selezionate diano indirettamente una certificazione di valore all'opera, quasi fungessero da ambasciatori ufficiali del libro. Anche il richiamo a Twilight, in questo caso, è ovvio.

Concludo con l'annunciarvi che questo post sarà seguito da un'intervista a Elisa S. Amore per la quale sto raccogliendo le ultime domande. Invito quindi tutti i lettori a partecipare proponendo quesiti e curiosità; c'è tempo sino a domenica 6 ottobre.

lunedì 26 agosto 2013

Le nuove frontiere dell'ormai non più tanto "self publishing"

Si chiude in questi giorni la GamesCom di Colonia, la fiera dedicata ai videogiochi più importante d'Europa. Perché ne parlo in un blog dedicato alla letteratura? Perché l'evento è coinciso con la notizia che Microsoft fornirà dei kit di sviluppo agli sviluppatori indipendenti dando loro la possibilità di creare e vendere dei videogiochi autoprodotti su XBox One, console di ultima generazione in vendita entro fine anno in tutto il mondo.

Si tratta solo di uno degli ultimi traguardi del fenomeno "self publishing" che, anche in campo letterario, sta vedendo sorgere nuove frontiere. Se qualche mese fa veniva visto solamente come tecnica per saltare a piè pari la necessità di un editore e raggiungere nella maniera più diretta possibile il lettore, oggi l'autopubblicazione sta portando i due estremi (autore da una parte, casa editrice - o comunque fornitrice di servizi editoriali - dall'altra) ad avvicinarsi in maniera considerevole. Lo scrittore è insomma sempre meno "self", al punto che lo statunitense James Altucher ha parlato di una nuova fase per l'editoria in un post su TechCrunch ricco di consigli rivolti alle Penne indipendenti.

L'autore definisce 1.0 l'editoria tradizionale, 2.0 il "self publishing" immediato e istantaneo che ha creato così tanto entusiasmo negli ultimi tempi e 3.0 una forma di indipendenza letteraria più attenta al design, all'editing e al marketing del libro - sia esso digitale o cartaceo. Insomma, la stessa differenza che io pongo tra i termini "autopubblicazione" (dove l'autore si preoccupa solo di pubblicare) e "autoproduzione letteraria", dove ogni aspetto relativo al prodotto è curato da un esperto del settore (la copertina è elaborata da un grafico, il testo curato da un editor professionista ecc.). (Un commento sul post di Altucher è disponibile anche su Finzioni Magazine.

Vediamo allora che cosa sta succedendo sul mercato italofono, in piena fase 2.0 e impaziente di passare alla prossima versione.


  • Un successo inaspettato per un testo figlio del "self publishing"
    Ti prego lasciati odiare
    , opera autopubblicata da Anna Premoli e poi rilevata dalla Newton Compton (di questo avevo già parlato qui) si è aggiudicato il premio Bancarella. Lo so, lo so: i premi letterari suscitano più dubbi sul metodo di assegnazione che applausi e anche la qualità del romanzo non ha convinto proprio tutti (basti vedere questo post su Cercando Oblivia), ma una cosa è innegabile: un libro autopubblicato è arrivato a vincere uno dei maggiori titoli letterari in Italia. Dopo il successo internazionale della trilogia 50 sfumature di (nato come progetto self published ispirato a Twilight), un altro segno di maturità per il fenomeno;

  • Il dibattito è in fermento
    L'evoluzione dell'autoproduzione letteraria sta suscitando sempre più discussioni, complice la costante presenza di opere indie nelle classifiche degli ebook più venduti. Se ne stanno interessando giornalisti, critici letterari e autori, mentre sui siti specializzati nascono i primi dibattiti sul tema e i blogger raccontano la loro esperienza da Penne indipendenti ed esordienti (due esempi qui e qui);

  • Il numero di strumenti a disposizione dell'esordiente cresce di giorno in giorno
    Sul web stanno nascendo nuove piattaforme di autoproduzione, da Kobo Writing Life a Bookolico passando per BackTypo di Narcissus, ognuno contraddistinto da particolari caratteristiche che rendono più semplice la vita dell'esordiente: su Kobo (come spiegato su EbookReaderItalia) è possibile agire direttamente sul testo e vedere le modifiche sul formato ePub in tempo reale. Gli addetti di Bookolico garantiscono invece assistenza agli iscritti e il prezzo delle loro opere viene adeguato in base al numero di vendite e di richieste da parte dei clienti. Con BackTypo, infine, si mira a rendere il più semplice possibile la formattazione del testo in ePub partendo da file DOC o PDF. A questi si aggiunge BookMaker, prodotto made in Narcissus per chi ambisce a vendere le proprie opere in formato cartaceo;

  • Nascono nuove forme di accompagnamento rivolte alle Penne indipendenti
    A tal proposito la già citata Newton Compton e la DeAgostini hanno creato Libro/mania, un programma di Assisted Self Publishing in cui forniscono gratuitamente agli autori indie tutta una serie di servizi editoriali e garantiscono loro ricavi fino al 50% del prezzo di vendita. Sino a ora sono sei i titoli selezionati e pubblicati, ma a giudicare dai commenti rivolti su Amazon a Ricette di famiglia l'editing non è così rigoroso come ci si potrebbe aspettare.


Insomma, qualcosa si sta muovendo e le iniziative qui menzionate sembrano portare verso quello che gli esperti considerano il futuro delle case editrici: l'offerta di una vasta gamma di servizi editoriali rivolti non solo ai loro autori, ma anche alle Penne indipendenti che si sentirebbero così sempre meno "self", ma non per questo meno indipendenti. D'altra parte è logico: se l'autoproduzione letteraria richiede strumenti di formattazione facili e immediati da utilizzare nonché un bacino di professionisti del settore dal quale scegliere quello più adatto alle nostre esigenze, gli editori hanno la possibilità di essere in prima fila e garantire la loro autorevolezza agli autori indie più meritevoli, ma a patto di non approfittarsene.

Ciò che ne ricaverebbero - oltre alla dovuta retribuzione - è una vasta azione di "scouting" che permetterebbe loro di scandagliare la Rete e pescare dal mazzo gli autori più promettenti sia dal punto di vista letterario, sia da quello commerciale - scrittori quindi già avvezzi a comunicare con centinaia di potenziali lettori via blog, Facebook, Twitter e quant'altro. Anziché spacchettare, catalogare e leggere manoscritti di oscuri esordienti sarà sufficiente dare un'occhiata a due o tre profili e ad altrettante schede di presentazione di un qualunque ebook per rendersi conto se si ha a che fare con aspiranti professionisti o semplici dilettanti (un po' come fa Rosario Maria Oliveri con le sue Recensioni a colpo d'occhio). Si potrà inoltre tastare il polso degli utenti e dei lettori, valutare le recensioni presenti online e contattare direttamente l'autore.

Il "self publishing" come vetrina, insomma, dove è necessario presentarsi con il vestito della festa addosso, e non la prima cosa che capita; ciò costringerebbe gli autori a elevare i loro standard qualitativi, a beneficio di tutto il movimento indie. Ma per questo - presumo - ci sarà ancora tempo.

giovedì 23 maggio 2013

Vivono di scrittura e fanno sentire la loro voce su Internet: perché non ascoltarli?


Sono tornato da poche ore da Torino dove ho partecipato al Salone del Libro per presentare Ti sogno, California. Nel corso della giornata ho avuto modo di conoscere decine di piccole case editrici, seguire un paio di eventi legati all'affannosa ricerca di una pubblicazione da parte degli esordienti e visitare gli stand dei colossi italiani. Per una decina di ore ho tastato il polso all'editoria italiana e constatato per l'ennesima volta che non si può comprendere appieno il fenomeno dell'autoproduzione letteraria senza prima capire in che direzione sta andando il mercato. Quella del cosiddetto "self publishing" non è una realtà alternativa, estranea alle logiche nazionali. Tutt'altro. Vive e cresce in maniera simbiotica, un po' come l'ebook. Il post di oggi è quindi dedicato a tre link che offrono le testimonianze dirette di chi campa con la scrittura e che possono aiutare a tenerci informati su ciò che sta accadendo al pianeta libro.
  • Affaritaliani.it

    Difficile trovare un portale più ricco di interviste, dossier e articoli dedicati all'editoria in Italia. L'argomento è affrontato a tutto tondo: dai colloqui con gli scrittori alle conversazioni con gli editori passando per editor e direttori di collane editoriali. Sono loro che decidono del vostro manoscritto e sono loro che governano il mercato: dare un'occhiata a cosa dicono è più che raccomandato. In più, il sito offre recensioni e anteprime di tutti i tipi;

  • Il blog di Matteo B. Bianchi

    Il primo post che ho letto di Matteo B. Bianchi (autore che non conoscevo fino a un mese fa) riguarda l'atteggiamento degli esordienti nei confronti di case editrici, corsi di scrittura e professionisti del mondo dell'editoria. Era solo la punta dell'iceberg: Bianchi dimostra grande attenzione per gli esordi narrativi e alterna suggerimenti relativi all'editoria italiana con post dedicati a musica, social network ed elucubrazioni filosofiche;

  • Il sito di Sandrone Dazieri

    Ho scoperto Sandrone Dazieri in occasione della chiusura di una libreria con tutti i volumi scontati del 50%. Il suo Gorilla Blues mi è piaciuto soprattutto dal punto di vista stilistico, e anche il suo sito internet offre interessanti riflessioni sul mondo della letteratura e sul suo lavoro. Consigliato.