giovedì 29 marzo 2012

Per una buona impaginazione

Come detto nel precedente post, il Meatgrinder di Smashwords trasforma i testi .doc in diversi formati (tra cui PDF, EPUB e MOBI) per facilitare la lettura dei file da parte dei dispositivi portatili. Tuttavia, bisogna prestare molta attenzione a come si impagina il testo per evitare di avere tra le mani ebook formattati male. Per questo il fondatore della piattaforma - Mark Coker - ha creato un libro digitale ricco di consigli e suggerimenti. Il testo, distribuito gratuitamente, è stato tradotto in italiano da Giuseppe Meligrana lo scorso novembre.

La Guida allo stile Smashwords conta un centinaio di pagine e illustra i problemi più comuni che affliggono gli ebook, a partire dall'utilizzo eccessivo dei tasti "enter" (quello che manda il testo a capo) e "tab" (esegue il rientro) per accomodare il testo in pagina. Salvo rare eccezione si tratta di consigli utili a tutti: anche chi non punta all'autoproduzione, infatti, dovrebbe impaginare il testo al  meglio delle sue possibilità per fare una buona impressione ed eventualmente limitare il lavoro dell'editore.



Qui sotto cito "i cinque errori più comuni da evitare nell'impaginazione", uno dei primi capitoli della guida.
  1. Errati rientri di prima riga. Non utilizzate il tasto Tab o la barra spaziatrice per creare rientri di prima riga (al contrario, impostate nello stile di paragrafo un “Rientro speciale di prima riga”).
  2. Ripetizione impropria del capoverso. Non usare mai più di quattro capoversi (tasto Invio) consecutivi poiché ciò crea pagine totalmente in bianco (senza parole) sui piccoli dispositivi di lettura.
  3. Errata separazione dei paragrafo. Per separare i paragrafi usate il “Rientro speciale di prima riga” oppure la “Spaziatura paragrafi”. Altrimenti i paragrafi sembrano uniti e il tutto diventa illeggibile.
  4. Errori del carattere e dello stile. Non utilizzate caratteri non standard, caratteri colorati, la crenatura, font compressi o espansi.
  5. Errore del frontespizio. Non dimenticate di includere il necessario frontespizio dell’opera con titolo e copyright.

lunedì 26 marzo 2012

Smashwords: bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?

Oggi parliamo di Smashwords. Perché dovrebbe importarvene? Semplicemente perché si tratta di una delle migliori strade da imboccare per diffondere i propri ebook autoprodotti, e questo per almeno tre ragioni. Ma vediamo prima con cosa abbiamo a che fare.

Smashwords è una piattaforma dedicata alla distribuzione degli ebook. Nata nel 2008 dalla mente di Mark Coker (un nome che rivedremo posto su questo Bildungsblog), Smashwords ha coinvolto in solo quattro anni ben 35.000 autori per la pubblicazione di oltre 100 mila titoli digitali. Questi non solo sono stati messi in vendita sulla piattaforma, ma sono stati distribuiti a rivenditori virtuali esterni come Apple iBookstore (inclusa le filiali svizzera e italiana), Barnes & Noble (nota catena libraria statunitense), FNAC, e così via. 

Quanto si guadagna? L'85% del prezzo fissato se la vendita avviene su Smashwords, il 60% se viene coinvolto un altro negozio virtuale - che ovviamente vuole la sua fetta. Fino a qui Smashwords non si distacca troppo da piattaforme come Kindle Direct Publishing, il servizio di autoproduzione forgiato da Amazon. Sono tuttavia tre le peculiarità che rendono questa piattaforma speciale:
  • Il Meatgrinder. Lo so, detto così sembra il nome di un'arma da fuoco proveniente dall'ultima edizione di Gears of War, e anche la traduzione in italiano (il "tritacarne") non fa presagire nulla di buono. Ma l'apparenza inganna. Il Meatgrinder vi permette di trasformare i vostri file Word (quindi in formato .doc) in versioni più facili da leggere per i dispositivi portatili, adottando quindi formati come il PDF (soprattutto per tablet e PC), l'EPUB (iPad ed ebook reader in genere) o il MOBI (formato proprietario della Amazon per il Kindle). Non ho trovato ancora un altro sito che offrisse un servizio del genere e a titolo gratuito, quindi val la pena prenderne nota. (Postilla: certo Meatgrinder fa bene il suo lavoro, ma bisogna anche selezionare con attenzione cosa metterci dentro. Nessuno infilerebbe in un tritacarne un sacchetto di chiodi insieme alla carne di manzo pretendendo di ottenere degli ottimi hamburger, dico bene? Questo sarà il tema del prossimo post);
  • su Smashwords è possibile caricare i file e distribuirli gratuitamente, come dimostra il mio Sulle tracce di Re Artù. Non è una banalità. Numerose piattaforme rifiutano infatti ciò che è gratis poiché non possono applicare nessuna percentuale, Kindle Direct Publishing in primis. Smashwords è insomma un'ottima scelta per chi vuole abbinare ai propri titoli a pagamento qualche cosa di gratuito, così da promuovere la propria scrittura;
  • last but not least: Smashwords è aperto solo agli scrittori indipendenti. Ciò costituisce un duplice vantaggio: non si ha la concorrenza di scrittori affermati ed è più facile stringere amicizie e legami con gli altri autori. Si è tutti sulla stessa barca, insomma: aiutarsi è quasi un obbligo. Per questo è caldamente raccomandato lasciare recensioni e commenti dopo aver letto un ebook.
Smashwords è una piattaforma di riferimento negli Stati Uniti d'America, ma sul mercato italofono non si è ancora affermato. Molti potrebbero vedere la cosa con diffidenza, certi che un sito del genere - disposto a pubblicare di tutto - collassi su se stesso nel giro di qualche mese, che i prodotti di qualità vengano sommersi dal ciarpame, che sia impossibile far sentire la propria voce in un tale guazzabuglio di scrittori.

Sapete invece cosa ci vedo io? Un'opportunità. L'opportunità di avere un posto di rilievo tra gli autori che scrivono in italiano, di approfittare per primo delle potenzialità uno strumento che ancora pochi conoscono e di diffondere - oltre agli ebook - anche la voce.

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Staremo a vedere.

sabato 24 marzo 2012

Scordatevi Google

I motori di ricerca sono i migliori amici di qualunque scrittore. Fedeli spalle in occasione di ogni verifica o approfondimento, accompagnano dall'inizio alla fine il processo di scrittura. Sono inoltre molto utili per svolgere ricerche relative alle tecniche narrative da adottare in un romanzo o in un racconto: è meglio la prima o la terza persona? Quali caratteristiche deve possedere una biografia storica? Come posso rendere efficace il mio finale? Non sempre le risposte giuste, tuttavia, saltano fuori nella prima pagina dei risultati; anzi, spesso bisogna filtrare il flusso di informazioni che il web ci offre per arrivare al risultato sperato.

Per sopperire a questo problema, la giallista Elizabet Spann Craig - autrice del blog Mystery Writing is Murder - ha realizzato grazie all'aiuto del collega Mike Fleming il


una banca dati gratuita contenente 12 mila articoli provenienti da blog e siti specializzati sulla scrittura. Tutte le pagine sono in inglese, ma la possibilità di focalizzare la propria ricerca sin dall'inizio rappresenta indubbiamente un grande vantaggio.

Cercando "great ending", ad esempio, si ottengono 1235 risultati, mentre con "develop voice" si toccano le 704 pagine. Con "erotic beginning" si hanno invece 77 link, e vi lascio solo immaginare i risultati che dà Google in una ricerca analoga...

mercoledì 21 marzo 2012

Il curioso caso di Amanda Hocking

Tra le Penne Indipendenti estere è probabilmente meglio partire dall'alto. Lo farò con Amanda Hocking che è stata di recente in Italia per presentare al pubblico Switched (Fazi Editore; qui un'anteprima). L'obiettivo di questo post non è eleggere la Hocking quale modello; il suo è un caso eccezionale e per ogni autrice come lei ce ne sono decine di migliaia che non arrivano a vendere dieci copie autoprodotte. Penso sia comunque interessante prendere in considerazione anche la sua carriera per gettare alcune basi che verranno utili oggi e in futuro.

Amanda Hocking è nata il 12 luglio 1984, ha un sito personale dove espone i propri romanzi, un blog attivo dal 2009 in cui scrive di tutto un po', un profilo Twitter con quasi 13 mila follower e un fan club su Facebook a quota 15 mila "Like".

La sua è la tipica favola americana: ha lavorato come operatrice sociale sino al 2010 e nel tempo libero ha scritto 17 (diciassette) romanzi. Dopo esser stata rifiutata da decine di agenti e case editrici, ad aprile 2010 ha deciso di autoprodurre le proprie opere distribuendole in ebook. Lo ha fatto inizialmente con la speranza di guadagnare poche decine di dollari; in sei mesi aveva venduto 20.000 ebook e appena 101 copie cartacee, nel giro di undici mesi ha invece incassato oltre due milioni distribuendo un milione di copie digitali. A quel punto, nel marzo 2011, ha trovato un agente e firmato un contratto con un editore tradizionale.

Cosa possiamo imparare dal successo di Amanda Hocking? Almeno quattro cose:
  • L'importanza di essere connessi al proprio gruppo di lettori. La Hocking ha aperto il suo blog un anno prima di lanciarsi nell'avventura editoriale e ha stretto numerose amicizie virtuali; nelle FAQ, inoltre, dichiara di leggere ogni commento su ogni piattaforma, anche se non risponde a tutti. Il fatto che sia un'appassionata di Twitter (a oggi ha scritto oltre 16 mila tweet) aiuta, e molto.
  • L'importanza di autoprodurre libri di un determinato genere. Ovviamente nessuno può imporre un genere a uno scrittore - a meno che non sia un ghost writer - poiché lui (o lei) dovrebbe scrivere ciò che più gli/le piace e meglio conosce, in linea con le sue letture personali. Ma è ovvio che l'aver scritto romanzi legati al "paranormal romance" e alla "young adult fiction" ("vampire romance", ad esempio) le ha conferito due vantaggi: sfruttare la scia di un fenomeno editoriale come la saga di Twilight (Stephanie Meyer) e avere un pubblico giovane e abituato alle nuove tecnologie, più propenso all'acquisto digitale che cartaceo.
  • L'importanza di essere prolifici e autoprodurre più romanzi. Caricare in rete più libri ha permesso alla Hocking di guadagnare autorevolezza, di instaurare un legame molto forte con i suoi lettori - presto divenuti fan, visto che avevano l'istantanea possibilità di passare da un libro all'altro - e di imporsi massicciamente sul mercato. Questo non significa che bisogna mettere insieme alla bell'e meglio tot romanzi; la qualità è importante.
  • L'importanza di avere fortuna e una buona tempistica. Per rispettare questa consegna bisogna avere fiuto e un discreto lato B. Conoscere il mercato attuale scandagliando Internet, tuttavia, rappresenta una condizione imprescindibile. Ed è per questo che è nato un Bildungsblog come Penne Indipendenti.

Infine, lo ripeto ancora: il caso di Amanda Hocking è eccezionale, non rappresenta la regola. Bissare il suo successo sul mercato italofono è per il momento una chimera. Il bacino di potenziali lettori è di gran lunga inferiore a quello del mercato anglofono, la diffusione di ebook reader è al momento scarsa rispetto agli States, l'abitudine di acquistare ebook su Internet è troppo poco diffusa .

Ma il grosso interrogativo è il seguente: quanto tempo passerà ancora, prima che il nostro mercato trovi la sua Hocking?

lunedì 19 marzo 2012

Passo #1: scrivere un buon libro - Decalogo

Con questo posto inauguro una nuova etichetta (o aggregatore di post) intitolata "I X passi per autoprodurre un libro". No, non esultate. Non è così facile. La X non sta per il dieci romano, ma per l'incognita matematica. Io amo le liste, credetemi, ma dato che questo è un blog in fieri (o in divenire, se a questo punto del post odiate il latino) non ho ancora la lungimiranza di sapere esattamente quanti passi comporta l'autoproduzione. So però qual è il passo #1: scrivere un buon libro.

Semplice, no? Non sta tutta qui la formula del successo, certo, ma è comunque un primo, importante passo.

Ah, vi state chiedendo come si fa a scrivere un buon libro? Suvvia, troverete migliaia di consigli su Google! Per non ripetere la solita pappardella, io mi esibirò in un decalogo - uno vero, stavolta: non potevo mentirvi già nel titolo del secondo post - sulle cose che dovete fare per non scrivere un buon libro.
  • 1) Voi siete scrittori, non lettori. La vostra, unica lettura è il manoscritto. Altri libri? Puah! Vi fanno perdere solo tempo e rischiate di annacquare il vostro stile. Un grande scrittore non deve essere un grande lettore.
  • 2) Non comparate il vostro manoscritto con i libri di riferimento presenti sul mercato e non inquadratelo in un genere letterario. Voi non avete bisogno di fare confronti per sapere se state adottando dei cliché o degli stereotipi. Il vostro capolavoro sfugge alle facili definizioni. Non preoccupatevi se non c'è nessun romanzo simile al vostro nella top 1000 dell'editoria del vostro Paese, il motivo è semplice: voi siete unici e memorabili.
  • 3) Ignorate i manuali di scrittura e di revisione. Che si credono questi autori, di potervi insegnare a scrivere? A voi? Ma non lo sanno che ai gatti non si insegna ad arrampicare? E poi che barba, questi testi sono sempre così noiosi, traboccanti di regole... La scrittura è esclusivamente spontaneità, estro, creatività; mica può essere anche faticosa!
  • 4) Concentratevi sul vostro manoscritto ed escludete qualunque altra forma di scrittura. Variare il proprio stile con post da pubblicare su blog, articoli e racconti è del tutto inutile. E poi rischiate di farvi conoscere prima che esca il vostro capolavoro e accediate alle librerie per firmare gli autografi.
  • 5) Non andate a caccia delle esperienze di altri scrittori su Internet e non cercate di imparare dai loro errori. Ve lo ripeto: voi non sbaglierete nulla, siete perfetti così.
  • 6) Non rileggete o revisionate quello che scrivete! Mai, proprio mai. Rischiereste di eliminare refusi, ripetizioni, errori grammaticali: tutti prodotti della vostra spontaneità, del vostro estro, della vostra creatività! Anzi, sapete cosa dovete fare? Non appena scrivete la "E" di "FINE" correte in copisteria, stampate un centinaio di copie del manoscritto e speditelo il giorno stesso. Non cadrete in tentazione.
  • 7) Effettuare ricerche per dare verosomiglianza alla trama è del tutto superfluo. Il romanzo è prodotto dalla vostra immaginazione e fantasia, mica dai freddi dati di una statistica. Bleah!
  • 8) Tenete quello che scrivete solo per voi, non fatelo leggere a nessuno. Solo l'editore ha gli strumenti per giudicare elogiare il vostro operato e proiettarvi in cima alle classifiche di vendita.
  • 9) D'accordo, la regola di prima è forse troppo restrittiva. Facciamo così: potete far leggere il manoscritto a un massimo di tre persone, ma dovete essere certi che vi riempiranno di complimenti e si congratuleranno sin da subito con voi per il grandioso successo che presto raggiungerete. Di solito un genitore, un fratello o una sorella e un altro parente più o meno stretto (al limite limite il/la migliore amico/a) svolgono bene questo ruolo.
  • 10) Evitate con tutte le vostre forze chi potrebbe biasimare il vostro lavoro. Questi invidiosi, questi arroganti! Chi l'ha detto che le critiche aiutano a crescere? E poi voi siete già a un eccellente livello, chi ve lo fa fare di sorbirvi analisi e suggerimenti per rivedere piccole, minime, invisibili sbavature sull'uso dei congiuntivi e sulla consecutio temporis?

Infine, in chiusura di post, vi rivelo un piccolo segreto: tutti gli scrittori partono rispettando la maggior parte di queste regole, ma con il tempo si impara a disubbidire. Ribellatevi, e presto avrete un buon libro tra le mani.

Avvio - Ecco un tema forte da sviluppare

Ho sempre nutrito dei dubbi sulla mia capacità di portare avanti un blog generalista. Temo che il poter parlare di tutto si riduca in pochi giorni al non voler parlare di niente. Mancanza di tempo, di stimoli, di motivazione. Non necessariamente in questo ordine.

Diverso il parere per quanto riguarda un blog tematico. Penso che rispettare certi paletti possa esaltare la mia verve multimediale. Il problema è che non ho mai avuto un argomento forte da sviluppare.

Sino a l'altro ieri.

L'altro ieri era il 17 marzo 2012, giorno di San Patrizio. Dopo aver bevuto una bottiglia di sidro e aver pianificato l'aggiornamento del mio sito personale, mi sono reso conto che sono passati due mesi dalla pubblicazione del mio Primo Piano sul Corriere del Ticino relativo alla nuova indipendenza raggiunta da alcuni autori grazie a POD ed ebook. E sono pure sessanta giorni che mi sto informando senza sosta sull'argomento leggendo libri, testimonianze e interviste. Il tema ha più che destato la mia curiosità, insomma.

Ecco perché apro questo blog sugli scrittori che hanno deciso di autoprodursi (da qui il titolo) e sulle strade da percorrere per arrivare a questo risultato. Mi baserò sulla mia esperienza, ma non solo; per me si tratterà di un "Bildungsblog", un percorso di formazione. Mi concentrerò principalmente sul mercato italofono e aprirò qualche finestra verso le realtà estere. Intendo così rispondere ai seguenti interrogativi:

  • Cosa bisogna fare per autoprodurre un libro?
  • Dove si trovano le istruzioni per l'uso?
  • Che cosa bisogna mettere in conto?
  • C'è qualche autore autoprodotto che ce l'ha fatta? E se sì, come?
  • Quanto costa l'autoproduzione?

E così via.

Non ho garanzie su ciò che accadrà in futuro - e chi le ha? -, ma di una cosa sono certo: ci sarà da divertirsi. E da lavorare. Ma il sidro non mancherà.