Le case editrici che producono solo ebook (dette anche "digitali" o "digital only") sono un bene per il movimento dell'autoproduzione letteraria, e questo per almeno due motivi.
Da un lato - concentrandosi sulla pubblicazione esclusivamente digitale - sensibilizzano l'opinione pubblica sulla funzionalità degli ebook e dei dispositivi di lettura correlati. D'altro canto, anche i grossi gruppi editoriali come Feltrinelli (che ha pubblicato titoli solo in digitale come Super Santos di Roberto Saviano) e Bruno Mondadori (è notizia di ieri la decisione di lanciare dei mini-saggi in formato ebook) si stanno accorgendo delle potenzialità di questo "medium" - una su tutte, quella di raggiungere il mercato nel giro di pochi giorni, l'ideale per gli "instant book".
Dall'altro lato, la scelta di firmare un contratto con una casa editrice digitale si accompagna molto spesso a quella di produrre indipendentemente alcune copie cartacee dell'opera ricorrendo a servizi di Print on Demand (POD). La dimostrazione giunge da quattro chiacchiere scambiate con Riccardo Savoldo, di cui avevo già parlato in un post di qualche giorno fa. Giovane autore, ha esordito con l'ebook Lavori impossibili (qui la mia recensione su Ultima Books) edito da WePub, ma la decisione di autopubblicare delle copie cartacee del suo romanzo lo rende una Penna indipendente a tutti gli effetti. In questa intervista ci racconta la sua esperienza.
Mattia Bertoldi - Riccardo Savoldo, ti si può considerare un amante della lettura in digitale oppure ti sei avvicinato agli ebook solo con la complicità del tuo esordio in narrativa?
Riccardo Savoldo - In effetti l'ebook era una cosa che non conoscevo, ho comprato il mio primo e-reader qualche giorno dopo la pubblicazione del mio libro. Ho un Kobo Mini. Mi trovo benissimo. Molto piccolo e comodo, da tenere con una mano mentre con l'altra inzuppi i biscotti della colazione. L'unico difetto riguarda i PDF che con lo schermo così piccolo non vengono visualizzati bene.
MB - L'acquisto ha influenzato le tue letture?
RS - Leggo ancora libri di carta ma non dubito che presto passerò al solo digitale. Mi spiace solo perché ho sempre sognato una grossa libreria nella mia casa dei sogni. Ora non saprò come riempirla.
MB - Cosa ti ha convinto a spedire il tuo manoscritto a WePub? Quali dubbi nutrivi sulla possibilità di pubblicare solo in digitale?
RS - Di WePub mi aveva colpito il sito e il loro manifesto, così ho deciso di inviare loro il manoscritto di Lavori impossibili. All'inizio ero dubbioso, perché col digitale temevo di perdermi tutta quella fetta di amici/conoscenti/parenti che avrebbero preso volentieri il libro, anche solo per farmi un favore. Per un esordiente sono anche questi i numeri che contano, no?
MB - Come hai superato queste perplessità?
RS - Molto semplicemente, mi sono stampato qualche copia per conto mio in modo da fornire una copia anche ai parenti non tecnologici. In totale ho richiesto una ventina di volumi, giusto per fare qualche omaggio.
MB - Attraverso quale servizio di Print on Demand hai stampato le copie da distribuire ad amici e parenti?
RS - Ho scelto Atena.net. All'inizio ho fatto un po' di fatica a impaginare la copertina perché non so niente di tipografia, ma il loro servizio clienti è stato molto gentile ed alla fine il risultato è stato discreto.
MB - Come ti sei trovato con il team redazionale di WePub? Hai firmato un contratto standard?
RS - Tra tutte le case editrici da me contattate sono stati i più veloci a rispondermi e abbiamo instaurato fin da subito un rapporto cordiale e amichevole. Sono ragazzi giovani e molto entusiasti. Mi è sembrato anche che sappiano quello che fanno. Il contratto era in linea con quello che ci si può aspettare per un esordiente.
Insomma, mi hanno convinto subito (ovviamente non è che avessi avuto tante altre proposte!).
MB - Dopo il primo contatto, come è proseguita la collaborazione con questa casa editrice?
RS - La loro sede centrale è a Milano anche se, per come è strutturato il loro lavoro, credo potrebbero essere ovunque. Quindi mi hanno contattato per telefono e spiegato il loro progetto e le condizioni della collaborazione. Poi mi hanno spedito il contratto da firmare per posta. Di seguito ci siamo scritti un gran numero di email con revisioni e controrevisioni. Ci siamo sentiti anche su Skype per discutere di alcune questioni che era difficile sciogliere con il solo rapporto scritto. Dopo la correzione di bozze mi hanno fatto delle proposte per il titolo e la copertina, sempre via email. Il tutto si è svolto in maniera molto veloce e semplice, anche se non ci siamo mai incontrati.
MB - Uno dei limiti delle case editrici alle prime armi è dato dalla scarsa attenzione all'editing; è anche il tuo caso?
RS - Fortunatamente no! Durante l'editing ho avuto occasione di confermare la mia prima, buona impressione sulla serietà di WePub. Insieme al loro editor ho lavorato molto bene e oggi credo che conosca il mio libro molto meglio di me, parola per parola.
MB - La scelta di pubblicare solo in formato ebook è dipesa dalla tipologia del tuo romanzo?
RS - Direi di sì. Mi sono detto: "Sono un autore esordiente e giovane. Ho un libro rivolto ad un pubblico tendenzialmente giovane. Tanto vale che parta direttamente con il nuovo, no?"
MB - Quali invece i vantaggi materiali dovuti al formato esclusivamente digitale?
RS - Il primo pro è che l'opera è disponibile subito in tutta Italia e a prezzi contenuti, quindi è più facile che qualcuno si faccia incuriosire dal libro e decida di pagare il prezzo modico e conoscere la mia opera. L'idea che in questo preciso momento una persona in qualsiasi punto d'Italia (o del mondo) possa leggere una recensione del mio libro, lasciarsi incuriosire e scaricarlo in un minuto per poi iniziarlo a leggere è a dir poco elettrizzante. Dal punto di vista più materialistico, invece, questa scelta mi ha permesso di risparmiare un sacco di tempo, carta e soldi (spese postali) per l'invio del manoscritto e il lavoro di editing.
MB - Quale invece il lato negativo?
RS - Direi nessuno. O forse, si rimane un po' male quando parli con qualcuno del tuo libro, dici che è disponibile come ebook e quel qualcuno ti guarda come dire "Ah be', allora non intendi un libro vero". Ma immagino che le cose cambieranno.
MB - Hai già "perso" qualche lettore (magari anche lontano da casa) perché non disponevi di una versione cartacea?
RS - Bisogna dire che sono sicuramente molti quelli che non hanno un e-reader. Il mercato degli ebook è ancora nettamente inferiore rispetto a quello cartaceo, ma il fatto di essere già nel futuro dell'editoria mi piace molto; quando i libri di carta saranno minoritari io potrò dire di essere stato uno dei primi. D'altra parte, diciamoci la verità: quelli che mi hanno chiesto la versione cartacea sono quegli amici e parenti che avrebbero letto qualsiasi porcheria avessi scritto, solo per farmi piacere. E nel frattempo mi sono guadagnato qualche lettore "qualificato" in giro per l'Italia.
Nessun commento:
Posta un commento