C'è chi sostiene che lo scrittore debba scrivere e basta, lasciando all'editore il compito di pubblicizzare il libro, organizzare eventi promozionali e via dicendo. Io non ci credo. Trovo che l'autopromozione sia uno strumento importante nel caso di una pubblicazione con una casa editrice medio-piccola; figuriamoci nell'autoproduzione, dove è essenziale. Non esiste una formula magica: ognuno deve farla nella maniera che ritiene migliore per sé e per le tematiche toccate dal libro.
L'autore esordiente può ad esempio stampare dei biglietti da visita e distribuirli all'occasione, durante le fiere o gli incontri organizzati da altri scrittori. Può modificare la firma delle proprie e-mail, inserendo in calce l'indirizzo del proprio sito/blog o della pagina in cui si vende il volume. Può iscriversi a siti dedicati agli amanti dei libri (Anobii, Goodreads, Pickwik,...) e aprire topic in cui si parla di libri affini al nostro. In quattro sole parole: far girare la voce.
Per non rischiare di cadere nello spam, tuttavia, l'equilibrio è fondamentale. Non bisogna presentarsi in una nuova comunità pubblicizzando la propria opera a tutto spiano; verrete scambiati per dei piazzisti, e ignorati. L'ideale è iscriversi prima, interessarsi veramente ai contenuti condivisi e solo in seguito fare le proprie proposte, ma sempre con rispetto e tatto. Il messaggio deve essere infatti di sottofondo, in superficie dovete trasmettere altro. Questo discorso è valido soprattutto all'interno delle reti sociali e di Twitter, che a oggi mi sembra lo strumento più performante per autopromuoversi. Ecco perché.
- Twitter è semplice. Basta scegliere un nome utente, inserire una fotografia e compilare una bio da 140 caratteri - magari con l'aggiunta di un link al proprio sito/blog - per essere pronti. I comandi sono basilari e legati a due simboli: la chiocciolina (@) che serve a contattare direttamente una persona e il cancelletto (#) che permette l'aggregazione dei tweet sotto un'unica etichetta. La sinteticità a cui obbliga questa rete sociale, inoltre, rende le cose immediate e intuitive;
- Twitter è di moda. Dopo lo sdoganamento da parte dei VIP, la rete sociale si sta riempiendo di gente comune e soprattutto di professionisti che entrano in contatto tra loro grazie ai tweet;
- Twitter facilita i contatti. Mentre su Facebook l'espressione "chiedere l'amicizia" limita automaticamente la sfera d'azione alla cerchia delle proprie conoscenze personali - dirette o indirette - su Twitter è perfettamente normale seguire utenti con cui non si ha alcun legame perché accettare il "following" di qualcuno non implica la condivisione di video, foto e indiscrezioni. I cosiddetti VIP lo sanno, e sono in pochi ad avere un profilo ufficiale e di cartone. Entrare in contatto con uno scrittore importante è possibile, qualche volta addirittura facile. E lo stesso si può dire degli addetti ai lavori di grosse case editrici - Mondadori, Feltrinelli, Fazi, ecc.;
- Twitter permette ricerche mirate. Cito il mio caso: negli ultimi tempi miravo ad aggiornarmi sugli sport americani e a entrare in contatto con dei fan di lingua italiana. Invece di affidarmi ai motori di ricerca ho preferito selezionare un paio di corrispondenti dagli States che lavorano per la Gazzetta dello Sport e spulciare le loro liste di seguaci. Selezionando i profili più interessanti ora ho la possibilità di essere aggiornato sui playoff di NBA in diretta, sulle conseguenze del draft di NFL e sulla Stanley Cup in NHL. Stesso discorso sulla scrittura: ci sono Penne Indipendenti statunitensi che twittano continuamente articoli sul loro lavoro e su quello di altri autori;
- Twitter è condivisione. Seguite un centinaio di persone con gusti affini ai vostri e almeno la metà vi seguirà a sua volta. Una volta costruita attorno a voi una folta comunità di persone che potrebbero essere interessate al vostro libro, dovete comunicar loro ciò che avete scritto. Condividere in maniera originale i contenuti della propria opera (con citazioni, indovinelli, riferimenti ai personaggi) può essere una buona idea.
Insomma, Twitter si sta affermando nel mondo della Rete. Può essere usato per promuoversi o semplicemente per godere di notizie sempre fresche, e di provenienza diversa. Ci vediamo lì? @MattiaBertoldi
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