domenica 1 aprile 2012

Passo #2: autocorrezione con aiuto robotico

Autocorreggere un proprio testo è difficile. Per quanto si possa leggerlo o rileggerlo, state certi che ci saranno imperfezioni stilistiche, errori e refusi che vi continueranno a sfuggire. Le cose a cui fare attenzione, inoltre, sono così numerose che si rischia sempre di privilegiare un aspetto (ipotizziamo: la sintassi) e scapito di un altro (il lessico).

Se avete letto il decalogo al passo #1 avrete intuito che l'ideale è rileggere il testo X volte, dove X è il numero di campi in cui pensiamo che il nostro stile possa peccare: se vogliamo elevare il rango sociale di un nostro personaggio, ad esempio, dovremmo almeno rivedere la descrizione, il comportamento e i suoi dialoghi prestando particolare attenzione alla struttura delle frasi e al vocabolario. Per evitare gli errori e i refusi, inoltre, il consiglio base è quello di rileggere il brano al contrario, così che il senso delle frasi non distolga l'attenzione.

Ma talvolta tutto ciò non è sufficiente. Siamo così consapevoli di quello che abbiamo scritto che nella nostra testa sappiamo già come suonerà la prossima frase, un'anticipazione che non ci aiuterà nel nostro compito. Estrapolando la frase dal contesto, però, l'errore o l'imperfezione balza subito all'occhio; è per questo motivo che ritengo fondamentale sfruttare i metodi di ricerca automatica del testo per individuare subito i punti deboli. Ecco come risolvere quattro tra gli errori più comuni che possono affliggere un testo:

  • Quante volte vi è capitato di schiacciare senza accorgervene due volte il tasto spazio anziché una? Per evitare di perdere qualche diottria andando a caccia dell'errore, basta aprire la ricerca automatica di testo e schiacciare due volte la barra spaziatrice; poi, nello spazio introdotto dalla dicitura "sostituisci con" sarà sufficiente premere una volta il tasto spazio. In questo modo tutti i doppi spazi presenti nel brano verranno dimezzati in pochi secondi;
  • per evitare di usare le "d" eufoniche bisogna cercare nel testo le seguenti particelle: "ad", "ed" e "od". La norma prevede l'eliminazione di qualunque "d" eufonica a meno che la parola che segue non inizi per la medesima vocale della preposizione. Si scriverà quindi "ad Alessandria", ma non "ad Empoli". Io mantengo comunque un'ccezione: "ad esempio", perché "a esempio" mi suona veramente male;
  • per eliminare gli avverbi che appesantiscono il testo è buona abitudine cercare la particella "mente" così da individuarli in pochi clic. La frase "Gianni camminò velocemente verso la porta" può diventare "Gianni camminò spedito verso la porta" o "Gianni si catapultò verso la porta", a dipendenza del gusto personale e del contesto;
  • spesso si ha la tendenza a esagerare con gli articoli possessivi. La frase "Giulia si siede e accavalla le sue gambe" diventa "Giulia si siede e accavalla le gambe". Se si riscontra un problema di questo tipo nel nostro stile, bisogna selezionare gli aggettivi da ricercare (mio, tuo, suo,...) e eliminare quanto di superfluo.
Questi quattro esempi solo per mostrarvi che la ricerca automatica può aiutarvi a evidenziare le pecche che possono sfuggire alle diverse riletture. L'importante è categorizzarle e, se possibile, sviluppare un percorso di ricerca per individuarle in maniera rapida. A questa pagina trovate alcuni codici per perfezionare la vostra caccia alla parola su Microsoft Office Word 2007. 
 
Un'ultima nota: passate sempre in rassegna il vostro testo con l'aiuto di un correttore automatico prima di considerare conclusi i lavori. I refusi e gli errori di battitura possono essere il vostro peggior biglietto da visita.

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